Quando si passa da terapia passiva a terapia attiva?
Quando dopo aver provato la terapia passiva si continua a recidivare, quindi ad avere gli stessi sintomi, o addirittura i sintomi peggiorano, oppure quando ci si interroga sulla motivazione per la quale “quel” disagio, dolore, sintomo riguarda proprio noi.
Cosa si può fare?
1) Rifare tutto l’iter, ignorando le cause primarie
2) Sedersi al tavolino con se stessi, disponibili a mettersi in gioco e indagare a 360 gradi sul “perché proprio a me”.
E’ questo il momento in cui si parla di “Terapia Attiva” o “Terapia Causale”.
Quando si presenta un sintomo importante, un problema che si pensa irrisolvibile, questo genera preoccupazione, ansia, ipocondria, quindi “paura”, e più è grande il problema, più è grande la paura: che fare?
Conoscere l’origine dei propri disturbi, permette un dialogo “biologico” con se stessi e quindi, conoscersi meglio: grazie a questo percorso sarà possibile attuare le scelte che più ci corrispondono, in armonia e nel rispetto della propria natura profonda, potendo attingere a immense risorse, e trovando la forza di assumersi le proprie responsabilità, inerenti alle scelte di vita, e quindi di “crescere” e non “raccontarsela” più.